Entrare nella alterità, in un processo di conoscenza che parta dalla nostra identità, è una sfida che abbiamo raccolto, costituendo una rete di quasi venti scuole tra Istituti comprensivi, Licei artistici, classici, musicali, scientifici ed Istituti tecnici. Abbiamo iniziato il nostro cammino nella diversità creando un laboratorio Permanente sul dialogo interculturale ed interreligioso. Un laboratorio che racchiude, oltre alle nostre scuole, le Associazioni ed i Comuni di Eboli, Battipaglia, Contursi, Campagna. Siamo nell’area meridionale della Provincia di Salerno, e circa il 12% della popolazione è costituita da stranieri provenienti da cosiddetti paesi terzi. Attraverso la scuola stiamo cercando di realizzare un modello di integrazione (termine abusato ma purtroppo necessario) che si basi su un welfare di comunità. Non abbiamo ancora un nome, forse ci chiameremo “la rete dei Focei” ispirandoci alla storia di un pugno di migranti, i Focei, che fuggivano dalla guerra e dai persiani, e che sono sbarcati sulle rive del nostro mare ed hanno fondato Elea. Un gruppo di migranti ha dato origine alla città che sarebbe passata alla storia come la città della scuola eleatica, la città di Parmenide, di Zenone, di Melisso di Samo. In pratica la città dove nasce il pensiero occidentale relativamente alla filosofia. Come i Focei, ci piacerebbe creare, attraverso la Scuola, una scuola di pensiero e consolidare un modello di conoscenza della diversità che passi attraverso un processo di riconoscimento della nostra identità.
Il Presidente Mattarella di recente ha detto: “La nuova via della seta è la via della conoscenza”, parafrasando il titolo che la Repubblica Popolare cinese ha dato alla iniziativa strategica messa in atto per il miglioramento dei rapporti commerciali tra la Cina ed i paesi dell’Eurasia.
Quindi bisognerebbe ripercorrere la via della seta, che è stata così denominata nell’800 dal geografo tedesco Ferdinand von Richtofen, non solo per scambi commerciali ma, soprattutto, per conoscere mondi e culture del lontano est asiatico.
Da questa considerazione è partita la nostra ricerca sull’alterità cinese, sulle rotte della via della seta, specialmente quando si è incrociata con la nostra via del grano, e con i personaggi che hanno scritto la nostra storia. In particolare siamo da sempre orgogliosi di aver dato i natali a Matteo Ripa, il missionario nato ad Eboli il 29 marzo 1682, incisore alla corte dell’Imperatore cinese Kangxi, e per questo conosciuto come lo scultore del rame, che ha dato un forte impulso al legame tra Oriente e Occidente fondando il Collegio dei Cinesi, oggi Università degli studi ‘L’orientale’ di Napoli.
Matteo Ripa è divenuto il nostro personaggio ponte, incoraggiati da Vinicio Ongini, referente scientifico nella sezione del nostro progetto dedicata ai personaggi ponte.[1] Con i ragazzi della sezione Liceo Classico dell’Istituto Perito-Levi di Eboli, scuola capofila dell’intero progetto, abbiamo letto le pagine del diario di Matteo Ripa[2]. Abbiamo scoperto il profilo di un uomo eclettico, che sapeva pregare ed evangelizzare, in grado di imparare in breve tempo il cinese-mandarino per comunicare direttamente con l’Imperatore Kangxi. Dotato, nello stesso tempo, di talento artistico e conoscenze tecniche capaci di farci conoscere, attraverso la calcografia, le vedute delle corti imperiali cinesi di Jehol, in Tartaria. O di realizzare la Grande Mappa dell’Impero di Cina, capolavoro della cartografia del primo Settecento E di comparare il modo di concepire i giardini da parte dei cinesi che, a differenza degli europei, avevano grande rispetto per la natura, assecondandone anche le tortuosità, I ragazzi dell’Istituto comprensivo “Matteo Ripa” di Eboli, guidati dalle docenti Irene Dante e Maria Grazia Ardia, si sono trasformati in giornalisti ed hanno realizzato uno “speciale cultura”, partendo dalla casa natale del Ripa, entrando in quelle stanze e ripercorrendo le tappe della sua vita fino al suo viaggio in Cina, interrogandosi su cosa significhi “mandarino” nella cultura cinese e su cosa sia la Città Proibita. Infine riflettendo sulla enorme importanza del sacerdote artista, che ha fondato la prima accademia sinica europea e ha lanciato la moda del giardino alla cinese in Occidente.
Infine i ragazzi della sezione Liceo Artistico del Perito-Levi di Eboli, coordinati dal loro docente Vito Ciao e dall’esperta esterna Tiziana Gissi, hanno trasformato Matteo Ripa in un personaggio dei fumetti utilizzando il disegno manga, ed anche qui operando una contaminazione tra più culture, in quanto il disegno manga è uno stile grafico appartenente alla cultura giapponese.
Le tavole, realizzate in bianco e nero, narrano la storia del Ripa, prima nella sua famiglia nella antica casa di Eboli vicino al castello e poi nelle tappe avventurose verso la Cina, fino alle vedute del palazzo reale di Jehol, tra piantagioni e risaie. Le ultime tavole raffigurano il ritorno a Napoli del Ripa accompagnato da quattro giovani sacerdoti cinesi, che costituiranno il primo nucleo del Collegio dei Cinesi, e la sua morte, circondato dall’affetto dei giovani sacerdoti della Congregazione che aveva fondato in Oriente e in Italia.
I personaggi tutti della storia di Matteo, e Matteo stesso, hanno i tratti infantili e gli occhioni dei manga, ed i loro dialoghi sono in cinese ed in italiano.
Ci siamo chiesti, alla fine del nostro percorso, se a Matteo Ripa, grande figura di intellettuale, artista ed uomo di fede, sarebbe piaciuto divenire un manga come Lady Oscar o Sailormoon. La risposta che ci siamo dati è che gli sarebbe piaciuto. Il fumetto manga è una tecnica che coniuga arte visiva e narrazione, Potrebbe, quindi, essere assimilata alla calcografia, l’arte visiva che Matteo Ripa ha utilizzato per trasmetterci una narrazione. Una narrazione che si è trasformata in una commistione tra Oriente ed Occidente attraverso più linguaggi: quello della fede, dell’arte, della cultura. E che ora si è arricchita di una altra forma artistica, i disegni manga, capaci di trasmettere con immediatezza, anche ai bambini e ai ragazzi, il messaggio di Matteo Ripa, quanto mai attuale.
Maria Luisa Albano
[1] Cfr. Vinicio Ongini, La didattica dei personaggi ponte in Maria Luisa Albano (a cura di), Hijab e Maccaturi, l’altro “svelato” dai ragazzi ai ragazzi. Atti del progetto didattico “Le giornate dell’Intercultura”, Lecce-Brescia, Pensa Multimedia, 2017, p. 206
[2] In particolare abbiamo consultato Michele Fatica (a cura di), Matteo Ripa-Giornale (1705-1724), Napoli, Istituto Universitario Orientale, Collana “Matteo Ripa”, 1996